Mela Rosa Romana – La filiera

La mela Rosa Romana

UNA MELA UNICA

IL FRUTTO DELL'APPENNINO BOLOGNESE

Dipinta, descritta, narrata, cantata: un intreccio di mito, storia e tradizione che lega indissolubilmente l’umanità alla mela. Qui, nell’appennino bolognese, la sinergia tra il tempo e il lavoro dell’uomo ha generato l’eccellenza di questo frutto: la Rosa Romana.

La tipica forma schiacciata e le sfumature giallo verde e rossa della mela Rosa Romana

Un frutto originale
Ci sono svariate mele Rosa, ma una sola Rosa Romana: quella dell’appennino bolognese. Qui ha trovato le condizioni per la sua eccellenza e qui ci si occupa di mantenerla per le generazioni future e farla conoscere. L’Università di Bologna e il CRPV hanno condotto e stanno approfondendo anche tramite questo progetto, la mappatura e caratterizzazione degli alberi secolari sopravvissuti in Appennino. Lo scopo è stabilire e caratterizzare il patrimonio genetico delle singole piante, affinché non si perda l’originalità di un frutto che ha caratteristiche originali, particolari e ineguagliate.
Rustico, produttivo e parsimonioso ... come i montanari

L’albero è molto vigoroso e molto produttivo anche se lento a fruttificare.
È piuttosto rustico e perciò più resistente alle malattie delle varietà moderne (Golden, ecc.).
Il frutto è di pezzatura media o media-grossa, di forma schiacciata; la buccia è verde sfumata di un bellissimo colore rosso intenso e brillante a volte striato, sulla parte esposta al sole la polpa è soda, acidula, non eccessivamente succosa. La raccolta avviene tra la fine di settembre e i primi di ottobre e le mele si conservano bene fino a maggio, senza bisogno delle celle frigorifere, in fruttaio o in zona fresca e buia. Con il passare del tempo e il completamento della maturazione, la colorazione verde sfuma al giallo e il sapore acidulo cala di intensità.

Facile da conservare, non richiede cella frigorifera

La ticchiolatura, che peraltro la colpisce scarsamente, rende ancora più prezioso il suo contenuto di principi attivi

Salutare e amico in cucina
Il frutto ha proprietà salutistiche interessanti e uniche nel suo genere: in caso di attacco della ticchiolatura (tipica malattia che colpisce le mele con punti neri) il frutto si difende sviluppando polifenoli, che sappiamo avere proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, neuroprotettive. Le ricerche e analisi hanno poi chiaramente certificato che la mela Rosa Romana dell’appennino bolognese è la mela più salutare del pianeta. La sua eccezionale quantità di principi attivi positivi, polifenoli tra tutti, la rende una frutto medicinale, che assunta regolarmente … leva il medico di torno. E così facevano i nostri nonni. Qualunque bolognese che abbia superato i 50 anni ha mangiato la mela Rosa Romana cotta, probabilmente senza saperlo. Il frutto era sempre presente nelle cucine dei nonni e vero principe dei forni. Con la cottura la mela diviene dolcissima pur senza perdere una caratteristica nota agreste che la rende estremamente piacevole e adatta alle mille ricette possibili.
La torta

Torta Rosa Romana

Ingredienti

5 mele Rosa Romana d'appennino bolognese
400 grammi di farina biologica d'appennino
1 bicchiere (circa 100 gr) di olio evo d'appennino
100 g di zucchero di canna
3-4 cucchiai di pane d'appennino grattugiato
100 gr di sciroppo di fiori di sambuco d'appennino
q.b. zucchero semolato

Sbucciare le 5 mele Rosa Romana e tagliarle a fette non molto sottili; metterle in una terrina e cospargerle con uno sciroppo di fiori di sambuco, 80 grammi di succo.
Mescolate di tanto in tanto mentre preparate la pasta con i 400 grammi di farina, un bicchiere di olio extravergine di oliva (circa 100 grammi), 100 grammi di zucchero di canna; impastare bene gli ingredienti usando in prevalenza le dita. Se la pasta non si amalgama bene aggiungere un po’ di acqua fredda e impastare fino ad ottenere un impasto liscio e morbido, da dividere in due parti, una più grande e l’altra un po’ più piccola, da stendere col matterello fino ad ottenere un disco più largo del diametro della teglia di cottura, che avrete imburrato, in modo che possa risalire fino a coprire i bordi della teglia.
A questo punto sistemare nel fondo tre o quattro cucchiai di pane grattugiato, versandovi le mele; sistemarci sopra la sfoglia dal diametro più piccolo, che avrete steso come la precedente; accostate i bordi della sfoglia di fondo in modo da chiudere bene la torta perché non si apra durante la cottura, spennellare la torta con lo sciroppo di sambuco e una spolveratina di zucchero semolato.
Cuocere a 180 °C per circa 40 minuti. In alternativa lo sciroppo di fiori di sambuco può essere sostituito con lo sciroppo di fiori di robinia, di viole, di glicine, di rose.