Il progetto
Un progetto di filiera locale e biologica
La filiera della Rosa Romana dell'appennino bolognese
Obiettivi e finalità
L’obiettivo prioritario del progetto è quello di aggregare i frutticoltori che producono mele Rosa Romana, trasformatori e operatori commerciali per adottare strategie comuni di promozione e vendita adottando tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, secondo i principi dell’agricoltura biologica.
La Rosa Romana è una varietà di melo coltivata in Appennino da molti secoli probabilmente da qualche millennio, forse già conosciuta dagli Etruschi. Recenti ricerche condotte dall’ Università di Bologna sembrano confermare l’antichissima origine.
Fino agli anni ’50 del secolo scorso l’Appennino bolognese, e non solo, aveva una consistente produzione di questa varietà che alimentava anche una corrente di esportazione verso i paesi del nord Europa. In un noto censimento degli impianti di melo realizzato nel 1929 (Breviglieri) era evidenziata l’importanza di questo territorio nel contesto regionale: la coltivazione della Rosa Romana rappresentava il 25%. Poi la melicoltura e in generale la frutticoltura si spostò verso la pianura padana che anche se meno vocata, permetteva una maggiore meccanizzazione delle operazioni colturali.
Attualmente sono rimasti solo alberi secolari sparsi per l’Appennino a testimonianza del glorioso passato, a parte qualche raro frutteto. Tuttavia, questa mela, nei mercati locali, è ancora molto conosciuta e apprezzata per l’aspetto salutistico, essendo una mela con contenuto molto elevato di antiossidanti, tanto che un gruppo di agricoltori ed operatori del settore ha deciso di rilanciarla sul mercato sia per il prodotto fresco che trasformato per il quale si adatta particolarmente bene: mele cotte, succhi sidro, aceto, essiccato.
Si stanno così realizzando nuovi impianti di Rosa Romana con tecniche moderne però orientati verso l’agricoltura biologica poiché il territorio dell’Appennino è vocato non solo per la coltura del melo, ma anche adatto all’utilizzo di tecniche a bassissimo impatto ambientale, grazie a condizioni meteo-climatiche che limitano la diffusione dell’inoculo dei principali patogeni del melo. Per ciò si inserisce perfettamente nell’ambito delle recenti iniziative promosse del GAL bolognese, rivolte alla creazione di un Bio distretto dell’Appennino bolognese.
Il primo obiettivo il censimento degli agricoltori che hanno già impianti di Rosa Romana, per superficie e numero di alberi di ciascuna azienda, età e tipologia comprese la forma di allevamento e i portinnesti.
Con i dati raccolti, è stato creato il catasto degli impianti, consultabile in tempo reale.
Questi dati permetteranno di realizzare la programmazione della produzione e dei futuri impianti, attraverso un stima periodica, che sarà aggiornata annualmente dai produttori stessi.
Il portale on line permette di trasmettere i dati e le informazioni via internet, oltre alla divulgazione dei bollettini di difesa e alle iniziative di divulgazione.
Nell’ambito delle attività di organizzazione sarà definito e depositato un marchio collettivo che caratterizzi la varietà ma anche il territorio di produzione.
La filiera si è dotata di un disciplinare, che prevede l’uso di pratiche di difesa secondo le normative ufficiali (Europee e nazionali) previste per agricoltura biologica, cui gli aderenti si attengono per principio personale.
Il packaging di commercializzazione è stato definito unitamente ai partner commerciali, coniugando le esigenze di informazione e la sostenibilità ecologica ed economica del packaging stesso.
Sulla confezione è presente un QR code che consente di conoscere, attraverso il portale, tutte le informazioni sul prodotto inserite dal produttore, dalla specifica dell’impianto di produzione e la sua localizzazione geografica fino alla data di effettiva raccolta e stoccaggio.
Mela Rosa Romana dell’Appennino bolognese: organizzazione e valorizzazione di una filiera di qualità in biologico
Settore di intervento: Produzioni vegetali
Key words: filiera corta, biodiversità, agricoltura biologica – short supply chain, biodiversity, organic farming
Responsabile del progetto
Buscaroli Claudio
Ri.Nova Soc.Coop a r.l.
Via dell’Arrigoni, 120
47522 Cesena (FC)
Telefono: +39.345.577.4308
Email: cbuscaroli@crpv.it
Responsabile scientifico del progetto
DISTAL – UniBo
Viale Giuseppe Fanin, 40-50
40127 Bologna BO
Telefono: +39.328.723.6163
Partner
- GAL Appennino Bolognese
- Tuttonaturale srl
- Il mulino
- Lo scoiattolo
- La casetta
- Contini & Carboni
- Fattoria la Pulcina
- Astra Innovazione e sviluppo
- Dinamica
- UNIBO
- Ri.Nova
- Domalfolle
Team
- Sara Alessandri (UniBo)
- Claudio Buscaroli (Ri.Nova)
- Lorena Castellari (Astra)
- Luca Dondini (UniBo)
- Giorgio Draghetti
- Gloria Falsone (UniBo)
- Roberto Gregori (UniBo)
- Martina Lama (Astra)
- Susanna Naldi (I.Ter)
- Paolo Psicolla (Astra)
- Silviero Sansavini (UniBo)
- Carla Scotti (I.Ter)
- Paola Sgarbi (Astra)
- Serena Venturi (UniBo)
- Livia Vittori Antisari (UniBo)