Mela Rosa Romana – La filiera

Ricerche

ROSA ROMANA UNA MELA UNICA

Le ricerche UniBO e CRPV

Dal 2016 il CRPV (ora Ri.Nova) e l’Università di Bologna conducono ricerche nella provincia di Bologna per caratterizzare le piante storiche conosciute, conoscerne la provenienza e le potenzialità produttive e qualitative. Uno degli scopi del progetto è completare la caratterizzazione genetica aumentando il numero di verifiche e soprattutto imparando a riconoscrne le caratteristiche. 

CAMPIONAMENTO
I campioni di frutta e di foglia sono stati raccolti da alberi storici in 17 diverse località della Valle del Reno. Gli alberi campionati dell’area montana vengono innestati su piantine di meli non caratterizzati e conservati in raccolte in situ da allevatori tutori e sono coltivati ​​secondo le linee guida dell’agricoltura biologica. Campioni di frutta per analisi di qualità sono stati raccolti in due anni di raccolta consecutivi (2018–2019). L’obiettivo primario di questo lavoro è quello di individuare i genotipi corrispondenti alla varietà Rosa Romana al fine di promuovere un recupero e la sua valorizzazione.
Analisi genetiche
L’analisi con marcatori molecolari ha mostrato la presenza di due gruppi principali di accessioni di “Rosa Romana” corrispondenti a Cluster1 e Cluster2. Tutte queste accessioni producono frutti che, come elencati nei descrittori, sono riconducibili alla varietà “Rosa Romana”. Questo sembra essere l’effetto di mutazioni che probabilmente si potrebbero accumulare nel corso dei secoli e che hanno prodotto qualche differenza allelica tra i due cluster. I cluster 1 e 2 presentano un elevato grado di parentela e, di conseguenza, di questo si dovrà tener conto per una corretta individuazione delle piante di riferimento per l’avvio dell’attività di propagazione vivaistica e per supportare il nome della varietà protetta per il mercato. Un certo grado di eterogeneità genetica è accettabile se si analizzano varietà antiche come la Rosa Romana.
Analisi qualitative
L’osservazione pomologica e l’analisi di diversi parametri di qualità del frutto (peso del frutto, percentuale di sovra-colore, rugginosità, amarezza, contenuto solido solubile e acido organico) è stata effettuata su un pool di dieci frutti rappresentativi. L’analisi statistica è stata inizialmente elaborata confrontando tra loro i pool dei singoli alberi raccolti di “Rosa Romana” in diverse località della Valle del Reno e quelle della pianura bolognese (Fattoria sperimentale dell’Università di Bologna, Cadriano e Villa Smeraldi). Innanzitutto, i frutti delle accessioni appartenenti alla “Rosa Romana” non erano statisticamente distinguibili per tutti i tratti analizzati. Tutti i parametri qualitativi analizzati, infatti, non hanno evidenziato differenze significative tra i campioni che presentavano le caratteristiche fenotipiche tipiche della varietà. Le differenze sono state osservate confrontando i campioni di “Rosa Romana” raccolti nella Valle del Reno con quelli raccolti in pianura. In particolare, le mele di pianura avevano un peso del frutto maggiore ma con un sovra-colore del frutto ridotto. Dai primi risultati ottenuti si conferma che il genotipo Rosa Romana esprima meglio le caratteristiche organolettiche in ambienti caratterizzati da altitudini intorno ai 400-1000 rispetto a quelli coltivati in pianura Padana.
Presentazione poster alla XII GIORNATA SCIENTIFICHE SOI 2018: Mela Rosa Romana: un patrimonio del germoplasma frutticolo italiano da recuperare e valorizzare per l’Appennino Tosco-Emiliano

Sansavini S., Alessandri S., Buscaroli C., Gregori R., Dondini L. (2018). Riscoperta e valorizzazione della mela Rosa Romana. Rivista di Frutticoltura e di ortofloricoltura N°8 pagina 60-64.

La più antica mela dell’Appennino emiliano viene ora riproposta per le straordinarie qualità salutistiche e gustative e per il forte legame territoriale-montano, espressione di una secolare biodiversità ecologica e paesaggistica da preservare.

Costa, F., Dondini, L., Sansavini, S., Alessandri, S., Buscaroli, C., Gregori, R., Rega, P. (2020). Rosa Romana patrimonio dell’Appennino da valorizzare sul mercato. Rivista di Frutticoltura N° 9 pagina 43-52.

Unica per aspetto, qualità e per l’elevato contenuto di polifenoli, che supera anche quello dell’Annurca, una mela salutistica per eccellenza. Gli imprenditori dell’Alta Valle del Reno ne hanno colto il potenziale

Costa, F., Dondini, L., Sansavini, S., Alessandri, S., Buscaroli, C., Gregori, R., Rega, P. (2020). Rosa Romana dell’Appennino, un patrimonio da valorizzare. Terra e Vita N° 36 pagina 40-43.

In tutto il mondo è in atto un processo di recupero e valorizzazione dell’antico germo plasma di melo (varietà coltivate e specie ornamentali “wild”). Vi concorrono molti fattori: anzitutto la riscoperta della positiva influenza dei composti antiossidanti (specialmente fenoli) sulla salute umana, a fini sia preventivi di malattie, sia terapeutici. Si studiano perciò le antiche varietà ancora presenti in colture residue, piante in situ e collezioni. Di molte varietà antiche, non più coltivate, si dispone di ampia documentazione non solo pomologica, ma anche qualitativa, biochimico-genetica. Si ricercano in particolare “geni” funzionali utili nei programmi di miglioramento genetico, al fine di creare nuove varietà. Sempre sul piano genetico, i benefici delle varietà sono richiamati dalla biodiversità per tutelare la quale varie Regioni, in sintonia con l’Europa, hanno legiferato sulla difesa e va lorizzazione in senso lato di tutte le risorse genetiche vegetali e animali. Fra queste, in primis, sono da annoverare Emilia-Romagna e Toscana. Infine, non meno importante, c’è da tenere in considerazione l’interesse politico e istitu zionale verso il recupero sul piano ambien tale ed ecologico di un patrimonio arboreo nobilitato dalla frutta, dal paesaggio, dall’a griturismo (con recupero dei mercati locali e contadini), dallo sviluppo economico di aree disagiate della collina e della montagna, per cui ormai non sono poche le iniziative pub bliche volte alla ricerca scientifica su questi temi e ai finanziamenti incentivanti la ri-coltivazione e conservazione degli alberi delle antiche varietà, tra le quali il melo è sempre incluso quando il territorio è collinare o montano.

Alessandri, S., Gregori, R., Dondini, L., Sansavini, S. (2021). Rosa Romana apple: A heritage of the apple germoplasm of the Tuscan-Emilian Apennines to be recovered and promoted. Scientia Horticulturae, 280, 109955.

A molecular characterization on the ancient variety ‘Rosa Romana’ was carried out to improve biodiversity knowledge and preserve these trees from extinction risks. In this work, 47 accessions were collected throughout an investigation in the Emilia-Romagna region (Italy) and particularly in the mountain area of the Bologna province (19 collection sites). The analysis at molecular level by using 15 SSR (microsatellites) identified two main genotype groups and ascertained their relationship with several phenotypic traits. This two clusters contained most of the collected accessions, while remaining genotypes differ clearly, according with the phenotypic diversity on the behavior of the trees or fruits. This study also revealed the highest quality traits of ‘Rosa Romana’ apple grown in the Apennines mountain around Bologna (in a range between 400 and 1000 m.a.s.l.) if compared to each main clone produced at the lowland corresponding to the Bologna University Agricultural Experimental Station (30 m.a.s.l). Therefore, the apple quality as color, appearance, taste (flesh firmness and texture, sweetness, acidity, aroma, polyphenol soreness), were improved in the higher altitudes. In conclusion, the results of this environmental and genetic investigation on the residual cultivation of ‘Rosa Romana’ apple provided a genomic validation of its best identified clones (correspondent to the main two clusters), which now can be recovered and promoted as new planting, with a own brand ‘Rosa Romana’ produced in the Apennines mountain of north Italy.

THE UNIBO RESEARCH

Conservation of genetic variability
The germplasm of the apple tree represents a primary source for the conservation of genetic variability within the species. Many of the “ancient” varieties of Italian apple trees have been marginalized and are little represented in local markets; in some cases, only few monumental trees are still alive: a reminder of a glorious past.
The Reno Valley & The Rosa Romana
‘Rosa Romana’ was grown in the Reno Valley for its high fruit quality (flavor, taste, texture), high storability, easy harvesting, short juvenile phases, synchronicity in blooming and fruit ripening (Gregori et al., 2013). The Reno Valley represents the initial spread-point of the ‘Rosa Romana’ variety. Probably because this valley was a passage area during the Roman age since it allowed the connection between the regions of Emilia-Romagna and Tuscany.
In 1929 the Rosa Romana represented 25% of the apple production in the Bologna area and the Reno Valley was one of the most cultivated areas. However, this apple almost disappeared over the past thirty years.
PhYsical & Taste Characteristics
The fruit presents a short peduncle, a yellow ground color with bright red on 20–30 % of the skin (only in the mountain areas). The fruit has a thick and slightly waxy skin when the apple is ripe. Normally the peduncle cavity is covered by russeting. Flesh is firm, juicy, fine, non-crispy and non astringent. The taste highlights a well-balanced equilibrium of sweetness and acidity with a slightly bitter aftertaste. Storability without refrigeration is excellent (even 4 months), but a controlled atmosphere can be applied for a longer storage period. Fruits are susceptible to physiological disorders such as bitter pit, especially in young, too vigorous, over-nourished trees. The picking time is late autumn.
Phenotype & Molecular diversity
In this study we assessed a phenotype and molecular diversity characterization of ‘Rosa Romana’ accessions collected in residual cultivation of this ancient variety. The sampled area was located in the middle-high Reno Valley in the Tuscan-Emilian Apennines.
The analysis with molecular makers as microsatellite showed the presence of two main groups of ‘Rosa Romana’ accessions corresponding to Cluster 1 and Cluster 2. All these accessions produced fruits that, as listed in the descriptors, are attributable to the variety ‘Rosa Romana’. This seems to be the effect of mutations that could be probably accumulated during the centuries and that produced some allelic difference between the two clusters even if the two cluster maintained a certain degree of kinship.
Clusters 1 and 2 represent two clones of ‘Rosa Romana’ and, as consequence, this should be taken into account for a proper identification of reference plants for setting up the nursery propagation activity and supporting the protected variety name for the market.
ID Titolo Altit. Cluster Sovracolore Rugginosità Dim. L Dim. H Peso Durezza Kg Brix pH Acidità (g/L)
#01 Santa Maria Villiana 643 1 22.5 11.3 71.8 48 153.3 8.52 15.8 3.4 6.9
#04 Gaggio Montano 944 2 35 20 68.3 44.5 124 9.66 16.6 3.5 4.8
#05 Gaggio Montano 944 1 25 6.3 65 47 129 9.38 15.6 3.3 8.4
#06 Gaggio Montano 944 1 23.8 3.8 67.8 47.5 123.5 8.08 15.4 3.2 8.5
#18 Monteacuto 915 2 0 10 76.5 57.5 160.5 8.26 13.7 3.7 3.3
#19 Malfolle 500 1
#22 San Lazzaro 40 1 0 23 255.5 6.7 14.3 3.7 3.3
#27 Ecchia-Prunarolo 193 1 28 6 131.2 8.6 14.9 3.3 7.7
#28 Cà Bortolani 334 1 7 14 195 8.1 14.4 3.3 6.8
#30 Cà Bortolani 334 1 38 7 190.2 8.7 14.2 3.4 7
#31 Grizzana Morandi 547 1 21 17 143 7.5 14.9 3.3 5
#32 Grizzana Morandi 547 2 32.5 5 73.8 52.3 161 9.65 15.3 3.3 8.3
#33 Veggio 550 2 30 30 150 8 15 3.5 5.3
#34 Veggio 550 2
#38 Camparenda 800 1 12.5 18 68.8 51 137.5 9.15 15.9 3.2 6.3
#40 Camparenda 815 1 22 14 137.6 9.9 14.8 3.3 7.8